C'è chi si prende meriti che non ha. E poi c’è chi i meriti li ha, ma non riesce a riconoscerli.
Benvenuti nel mondo silenzioso della sindrome dell’impostore: una distorsione che colpisce chi merita, ma non si sente all’altezza.
Chi raggiunge traguardi, ma li attribuisce alla fortuna.
Chi viene riconosciuto, ma pensa che "prima o poi se ne accorgeranno".
Il paradosso? Colpisce proprio le persone più attente, più competenti, più consapevoli.
Il lavoro amplifica il fenomeno. In un mondo che corre veloce e che misura tutto – performance, ranking, feedback ,badge, score – il confronto è costante. E così anche chi è solido, competente, capace… si sente in affitto nel proprio ruolo. Siamo pieni di persone straordinarie che vivono come se fossero in prova.
Come affrontarla?
Serve una rivoluzione interiore. Maanche culturale.
Ecco 5 verità da interiorizzare (e diffondere nei team):
🎯 Riconoscere il proprio valore non è vanità. È centratura.
🛠️ La fiducia in sé si costruisce. Non è un dono, è un processo.
💬 Parlare aiuta. Le emozioni non dette diventano barriere.
🔁 Serve un nuovo modo di dare feedback: specifico, coerente, radicato nei comportamenti.
🤝 HR e manager devono creare spazi dove non c’è bisogno di fingere invulnerabilità per sentirsi validi.
EMPLOYER BRANDING BOOST
Vuoi attrarre (e trattenere) veri talenti? Cambia narrazione.
Nessuno vuole lavorare in un'azienda dove devi dimostrare ogni giorno di meritarti la sedia.
Costruisci un employer brand che parli di:
✨ Autenticità → valorizza i percorsi, non solo i risultati.
🛟 Sicurezza psicologica →promuovi ambienti dove si può sbagliare senza crollare.
🚀 Crescita costante → parla di evoluzione, non di perfezione.
🧭 Consapevolezza → premia chi sa riconoscere (e accettare) il proprio valore, non solo chi sa venderlo.
CONSIGLI PRATICI PER HR E MANAGER
Come riconoscere (e disinnescare) la sindrome dell’impostore in azienda?
Ascolta le parole: Le persone che ne soffrono dicono spesso frasi come: “È andata bene… ma ho solo avuto fortuna“, "Ho fatto il minimo", " Hanno esagerato con i complimenti.”
Feedback strutturato, non generico
Evita il classico “bravo/a”.
Prova con: “Hai gestito quella situazione con lucidità e proattività. Senza di te, il team non avrebbe avuto quella soluzione.”
Crea cultura del miglioramento, non del confronto: Spostare l’attenzione da “sei meglio degli altri” a “sei cresciuto rispetto a ieri” cambia tutto.
Mentorship: Avere una figura di riferimento che ha vissuto le stesse insicurezze può normalizzare e sbloccare enormi potenziali.
Includi il tema nei percorsi di crescita: Parla della sindrome dell’impostore nei workshop, nei momenti formativi, nei piani di sviluppo.
Chi si sente meno solo… rende molto di più.