Cleopatra: soft power e leadership femminile nell’attrarre talenti (e alleanze)

Cleopatra non aveva eserciti invincibili. Aveva parole, alleanze e un potere invisibile: sapeva attrarre.
Oggi lo chiamiamo soft power. E chi lavora in HR dovrebbe ispirarsi a lei.

Quando pensiamo a Cleopatra, ci fermiamo spesso all’icona: regina affascinante, amante di grandi condottieri, figura circondata da intrighi.

Ma dietro il mito c’è una verità molto più attuale: Cleopatra è stata una pioniera della leadership relazionale.
In un mondo dominato dalla forza bruta, ha dimostrato che la vera influenza nasce dal saper convincere, sedurre intellettualmente.

L’arte di attrarre, non di trattenere a forza: Cleopatra non aveva la flotta più potente, né un esercito imbattibile. Ma sapeva creare un contesto dove allearsi con lei era sempre la scelta più vantaggiosa. Parlava 9 lingue diverse, capiva culture diverse, si modellava sulle persone che voleva avere al suo fianco. Non chiedeva fedeltà: la rendeva la scelta più logica.

E nel mondo del lavoro, oggi, non è così diverso. I talenti non si comprano più con un contratto blindato. Si attraggono con un racconto, una visione, un contesto dove restare ha più senso che andare via.

Il potere di una narrazione: Cleopatra non era solo una regina. Era Iside in carne e ossa, almeno per chi governava con lei.
Oggi per un’azienda significa saper raccontare la propria identità, la propria causa. È employer branding fatto bene: non uno slogan, ma un racconto autentico che unisce chi ci crede.

Non a caso le persone oggi vogliono sapere chi sei, non solo cosa offri. Scelgono di lavorare con te se sentono di appartenere a un progetto che racconta qualcosa di più grande.

Soft power significa retention sana: Cleopatra sapeva mantenere le sue alleanze non con catene, ma con reciprocità.
Allo stesso modo, un ambiente di lavoro che funziona trattiene le persone perché offre opportunità di crescita, fiducia, ascolto.
È il potere “morbido” di relazioni sane, non di regole stringenti.

La forza (gentile) di una leadership femminile: Infine, Cleopatra è anche un simbolo potente di leadership femminile. Non impose mai la propria voce con la forza, ma con l’intelligenza.
Oggi la leadership femminile porta nel lavoro quella stessa capacità: far convergere prospettive diverse, costruire consenso, generare senso di appartenenza.
È una leva competitiva, non un orpello da diversity day.

Se c’è una lezione che possiamo portarci in ufficio dalla regina d’Egitto è questa:
Chi controlla la narrazione, guida l’alleanza.
Chi investe in relazioni, attrae talenti.
Chi ascolta e include, crea fedeltà vera.

In un tempo in cui i migliori possono cambiare rotta da un giorno all’altro, il soft power non è un’opzione: è la strategia.

 

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